Nella chiesa, risalente ai secoli XI - XII, ma più volte rimaneggiata, Padre Lino Chini testimoniava nel secolo scorso l’attività di Pietro Alessio Chini, elencando Montefloscoli fra le parrocchiali decorate dal capostipite della famiglia fra il 1860 e il 1862, senza però precisare il soggetto, né l’ubicazione della pittura. Sembra da legarsi a questo episodio una delle iscrizioni in latino che compaiono nei cartigli in ceramica ai lati dell’altare nella Cappella della Vergine del Buon Consiglio, apposti nel 1910, quando la cappella fu rinnovata. L’iscrizione ricorda Padre Federico Mennini, curato di questa chiesa, che nel 1861 promosse i lavori di ampliamento e nuova ornamentazione.
Fu con tutta probabilità in questa occasione che Pietro Alessio intervenne, forse dipingendo proprio la piccola volta di questa cappella che mostra ancora oggi una Madonna col Bambino attorniata da angioletti su uno sfondo che illusionisticamente riproduce il cielo aperto. La pittura, molto rovinata e non facilmente giudicabile, si accosta però sia nello stile che nelle fisionomie marcate dei personaggi, al Battesimo di Cristo della pieve di San Giovanni Maggiore e all’Eterno in Gloria dell’oratorio di Santa Maria di Valdastra. E’ possibile inoltre che la decorazione di Pietro Alessio si estendesse allo “stoiato del soffitto” dell’unica navata della chiesa, asportato e sostituito con le attuali capriate durante i lavori di restauro del 1910, voluti, come ricorda un altro cartiglio, dal Padre rettore Giovanni Paoli. In questa data fu anche collocato sull’altare della Cappella della Vergine del Buon Consiglio il tabernacolo prodotto dalle Fornaci San Lorenzo in terracotta invetriata ad imitazione robbiana, in sostituzione di una tela settecentesca raffigurante La Natività della Vergine. Il tabernacolo custodisce al centro una riproduzione su vetro della Madonna col Bambino al centro della cupola, ed è ornato di un festone di frutta e verdura e nel pannello di piastrelle che lo incornicia si riconoscono moderni motivi decorativi a triangolini e stelle, tipici delle Fornaci. A questa manifattura spettano anche gli stemmi ceramici applicati sui pennacchi della volta.
Questo tipo di produzione, frequente nella zona, si inserisce in un filone che al tentativo di adattarsi all’antichità dell’ambiente in cui si interveniva, tramite il recupero di spunti figurativi tradizionali, univa l’impiego di elementi moderni, tratti dal repertorio proprio della manifattura. Sull’altare si conservano inoltre candelabri di ferro battuto che fanno parte di un corredo eseguito appositamente per questa destinazione da un artigiano di Santa Maria a Vezzano, Felice Paoli, nel 1913. Altri pezzi del corredo, che fu esposto nello stesso anno alla prima edizione della Fiera Agricola, Industriale e Artistica Mugellana, arredano tuttora la cappella maggiore e la compagnia annessa alla chiesa.
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